L’AUTUNNO CALDO che cambiò l’Italia 50 anni fa.

21/10/2019



I migranti sono i „nemici“ di oggi, nel 1969 erano i „meridionali“.

50 anni fa nelle fabbriche di Torino esplodeva la protesta di piazza, sostenuta dal disagio lavorativo e sociale di decine di migliaia di famiglie migrate dal Sud con i treni del sole, per lavorare nelle fabbriche del Nord. L'autunno caldo ebbe una ricaduta politica-sindacale di carattere storico (un accordo dei metalmeccanici avanzatissimo). La Chiesa torinese nel 1961 aveva fondato il „Centro immigrati meridionali” e quando comparvero i cartelli „non si affitta ai meridionali“ decise di non andare a benedire quelle case. Nei primi anni '70, la navata di una nuova chiesa in costruzione fu adibita a mensa e dormitorio per gli immigrati senzatetto. La Chiesa aprì ai migranti dal Sud in tutti i modi possibili- come oggi con i nuovi migranti di colore- e ci fu un dialogo solidale.

„L'autunno caldo” per le lotte e le proteste del '69 aprì un decennio di grandi riforme sociali, di cui andiamo fieri ancora oggi:

-lo Statuto die lavoratori

-i nidi pubblici per i bimbi fino a 3 anni

-la tutela delle lavoratrici madri ed il divieto di licenziamento in gravidanza

-l'obiezione di coscienza ed il servizio civile

-la riforma penitenziaria

-il Servizio sanitario nazionale

-la riforma del diritto di famiglia

-la chiusura die manicomi con la legge Basaglia

 

Tutti frutti buoni e tanti per tutti, grazie anche all'impegno sindacale!

E ora viene spontanea una domanda:

come è successo che quegli uomini e quelle donne ed i loro figli poi, a partire dagli anni '90, abbiano gonfiato le vele di un movimento di opinione, che vede nei migranti di oggi il loro principale nemico da combattere. E‘ pericoloso per quel po‘ di benessere da loro conquistato con le unghie ed i denti 50anni fa!? Siamo diventati così egoisti e cinici dunque?

Se ancora ci poniamo questa domanda forse, nel futuro che ci aspetta, possiamo sperare in un'Italia più giusta e libera.

 Per i giovani invece  „l'autunno caldo“, dopo 50 anni, è alimentato non dal pericolo dei migranti africani, ma dal pericolo della distruzione del pianeta e la mancanza di futuro per loro: caldo contro il caldo del surriscaldamento globale.

Forse è l'ombra di quel lontano 1969 o forse è solo diverso perché diverse sono diversi sono i bisogni o i sogni in cui credere … ma è giusto ed importante starli ad ascoltare.